Ma perchè devo sempre partire dal presupposto che una persone intelligente, sia sempre molto molto più intelligente di me?
Che poi cosa vuol dire intelligente?
Non basta essere colti per essere intelligenti. Un uomo intelligente è un uomo che sa "capire", che coglie le situazioni, che sa esprimere le sue opinioni con umiltà e con un atteggiamento "aperto" all'altro...
prendiamo il Paolelli, per esempio (il nome fittizio nato dalla straordinaria ironia faricel-grimaldiana).
Un bel sorriso, maniere gentili (che da queste parti non sono affatto scontate!) e poi un bel curriculum! Persona intelligente, con un brillante percorso accademico alle spalle.
Nemmeno il solito ingegnere (mi perdonino i miei numerosi amici ingegneri!!!).
Non è finita qui: amante della musica, dotato ballerino...insomma, in men che non si dica ai miei occhi è diventato un grandissimo fico!!!!
E qui ritorniamo al punto iniziale. Qualche strano meccanismo psicologico si innesca per cui io accanto a questa persona (ma è capitato anche nel passato!) mi sento come...inferiore.
Ho un moto di ammirazione-venerazione...tutto quello che fa lui è fico e giusto e io sono una mezza sfigata...
...ma che è questo strascico di adolescenza????
...questo sentirsi inadeguati e non all'altezza???
poi ad un certo momento, di punto in bianco, cambiano le luci sul palcoscenico e le cose appaiono diverse sotto un'altra luce!
ALLELUJA!
Benvenuta umanità e imperfezione!
e soprattutto benvenuta fiducia in se stessi!
Insomma, non sono affatto da buttare via (nonostante in alcuni momenti è tanto facile crederci!),
anzi!
E penso a tutte le cose che ho fatto, di cui sono stata capace, per cui ho sviluppato una sensibilità supeirore alla media; tutto quello che sto cercando di costruire, come faticosamente sto "lavorando su me stessa" (mammamia quanto mi manca la guida di Bob!).
So cosa è il dolore, ma so anche cosa è la felicità, grazie a Dio.
E mi piacciono le cose semplici.
...e al diavolo i Paolelli!